14 febbraio 2020. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presentato all’Istituto Superiore “F.Severi” di Gioia Tauro il “Piano per il Sud”. Con lui il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, e il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il Piano prevede oltre cento miliardi di euro in dieci anni per spingere gli investimenti e rendere attrattivo il Meridione.
Un Sud rivolto ai giovani, connesso e inclusivo, un Mezzogiorno impegnato per la svolta ecologica, frontiera dell’innovazione e aperto al mondo nel Mediterraneo. Sono queste le “missioni” del Piano per il Sud. Il progetto è decennale e, basandosi su “un’idea di Sud al 2030”, mira a creare una strategia e un “nuovo metodo” per lo sviluppo del Mezzogiorno. Tra le misure previste, gli investimenti sulla filiera dell’istruzione, a partire dalla lotta alla poverta’ educativa minorile, con l’apertura delle scuole per un maggior numero di ore al giorno, il potenziamento dell’edilizia scolastica, l’estensione della No Tax area, l’attrazione dei ricercatori al Sud, l’ammodernamento delle infrastrutture, per “spezzare l’isolamento di alcune aree del Mezzogiorno e l’isolamento dei cittadini in condizioni di bisogno”, con il rinnovo della dotazione tecnologica sanitaria, i finanziamenti del Fondo infrastrutture sociali per comuni medi e piccoli, l’investimento in nuovi nidi, nell’inclusione abitativa per cittadini e lavoratori svantaggiati e nelle “Case della salute”.
Il piano si concentra anche sulla cosiddetta “svolta ecologica”, attraverso una sperimentazione di economia circolare, il potenziamento del trasporto sostenibile, i contratti di filiera e di distretto nel settore agroalimentare e la gestione forestale. Sul tema dell’innovazione, il progetto si pone l’obiettivo di “supportare il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle reti tra ricerca e impresa, nell’ambito di una nuova strategia di politica industriale”. Tra le “missioni” del piano c’è anche il rafforzamento “della vocazione internazionale dell’economia e della società meridionale” e l’adozione di una “opzione strategica mediterranea, anche mediante il rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES) e i programmi di cooperazione allo sviluppo”.
Per quanto concerne il lavoro, nel Piano Sud 2030, oltre a un “processo di rigenerazione delle amministrazioni pubbliche”, sono previste anche misure per “rafforzare la competitività del sistema produttivo” e “la creazione di buona occupazione per giovani e donne”.