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Lettera alla Commissione Urbanistica di Corigliano-Rossano

L’amministrazione appare impegnata a non ereditare nulla del movimento, dibattito, prese di posizione, lotte, tese a riconoscere e fondare qui sul versante jonico, la Città che si tarda a strutturare, già indicata in loco, a volerla leggere, sin dal periodo ultimo di Thurio e conseguente conquista del Bruthium, e inizio della formazione dell’Italia Romana, con Sibari già bella e sepolta. Città necessaria per entrare prepotente nel vaglio di quelle che contano, nel caso, per sé e il territorio jonico tutto.
Una politica questa partita dalla scelta di non condividere l’isolamento accettato, che voleva relegarci nella inutilità delle Aree Urbane. Merito assoluto fu dei pochi, che sin dal nuovo secolo, su ciò ragionarono e di quanti, maturato il momento, parteciparono alla fondazione e operatività del C100A. Tema, quello sviluppato, che i nostri Cittadini e l’Imprenditoria condivise con il voto referendario, non ancora l’Amministrazione sopravvenuta.
La questione mobilità strategica della Città, d’altronde non poteva che essere un tema prioritario per il C100A, nella consapevolezza che gli agglomerati Urbani, privi di struttura, mobilità immediata per uomini, merci/prodotti sono destinati all’irrilevanza. Ciò, a oltre tre anni, appare sempre più evidente anche ai distratti.
Ce ne occupammo sin dalla Critica alla Variante al PRG di Corigliano, sonoramente “bocciata”.
Già allora Anas-cosentina, tentava il colpo gobbo distaccandosi dal tracciato originario, RC-TA, per piegarlo non allo sviluppo del territorio bensì ai bisogni della Centrale Enel.
Nessun politico fiatò quando, continuando a chiamarla senza vergogna S.S. 106 decisero di finanziare il tracciato Roseto-Gioia; come l’avvenuta ristrutturazione ferroviaria che tenne fuori il Porto; e quando il Governo Renzi sbaragliava le somme della Ta-Rc, per il restyling dell’autostrada Sa-Rc.
Nessun “politico-amministratore” alzò un dito o fu colto dal dubbio innanzi allo studio del dipartito Maurizio Silenzi Viselli che denunciava per il tracciato Roseto-Gioia, approvato in pompa magna, il passaggio di questo sopra la Sibari arcaica.
Tutti tacquero, nessuno si pose il problema del perché, per noi, l’assessore del tempo, Roberto Musmanno, scelse freddamente l’annientamento, della linea di traffico S.S. 106, dal Crati a Crotone, soffocandola con rotonde fuori logica, subappaltate da Anas, relegando lo Jonio in una inesistente condizione strategica classificata “Ten-Comprehnsiva”, dal valore politico non dissimile da quello irrisorio delle “Aree Urbane”, cioè nel nulla.
Subimmo l’affronto di sentici dire, da un funzionario Anas, che sulla 106 si moriva perché incapaci a guidare e non per le condizioni della stessa. Silenzio anche per le rotonde dette di “Insiti”, sia per lo spreco di danaro pubblico rispetto alla sicurezza stradale non risolta, per lo spreco di territorio che consumava, per la illogica non prevista ampiezza tra le tre rotonde e il tratto S.S. 106bis-Ospedale-vecchia S.S. 106, su cui andava a sbattere, che certamente non poteva restare della attuale ampiezza. Ora anche i distratti sono costretti a toccarne con mano quella inutilità di progetto. Ciò accade perché il timoniere è privo di ogni strumento e visione di Piano d’insieme per la Città, cosa che si crede di poter evitare nella fisicità perché c’è internet.
Ora si torna a discutere della S.S. 106, ancora un colpo gobbo che si vuole infliggere allo Jonio.  Al contrario di chi sgoverna il territorio, ponemmo la nostra visione strategica della mobilità prendendo atto di quanto avvenuto, riconoscendo alla percorrenza originaria della Ta-Rc, nel nostro tratto, la sua buona impostazione del tempo, evolvendola in linea con il risultato referendario.

Proposta questa esposta che tiene alle spalle la storia del territorio, non solo dell’Agro Turino ma la conoscenza del dato commerciale e antropologico di Cantinella, snodo con il nord e i due mari, sin dal neolitico. Solo i progettisti del Piano Provinciale evidentemente l’ignoravano.
Capaci, sul tema della necessità del raccordo della nuova Città con il resto dell’Europa, furono i Commissari Domenico Bagnato e Manuela Greco che fecero proprio il tracciato in variante su esposto. Tracciato che risolveva tre obiettivi:

  • Evitare, proponendo una maggiore rotazione della traiettoria di immissione sulla SS 534, di seppellire l’area sotto cui si ritiene esista la vera Sibari;
  • Porre e ottenere immediatamente il Prolungamento del Lotto 3°, sino a ovest di Cantinella per l’ingresso del nostro Porto, Città e territorio escluso dalla reale Rete TEN-T; 
  • Sposare le ragioni e il diritto prefigurato e dettato dall’Europea per la nostra realtà territoriale esclusa, consistente nel sostegno al «rafforzamento del mercato unico, così, contribuire alla crescita economica, alla competitività e all’occupazione per, migliorare i collegamenti con le regioni periferiche, nell’ottica della coesione economica e sociale dell’Unione», altro che “Comprehnsiva”. 

Anas in quell’incontro fece spallucce riaffermando la sua politica miope di una corsia per verso, del resto sarebbe stato dovere del Sindaco della terza città della Calabria risolvere la questione. Ancor di meno ciò avvenne negli incontri con la nuova Giunta che si risolsero con il contentino della promessa di qualche cartellone pubblicitario, alla pari dei tanti inutili realizzati sul “Percorso Mediterraneo”. Nel frattempo non pochi Consigli Comunali avevano approvato, su richiesta del Responsabile della Commissione di Pianificazione e Urbanistica del C100A, in accordo con Quello istituzionale della provincia di KR, il deliberato relativo alla necessità di un percorso a due corsie per senso di marcia, da raccordarsi con il tratto che Toninelli attivò su loro richiesta “Kr-Cutro-Marcedusa-Simeri”. Da noi invece, sorsero sedicenti attivisti, supporter istigati dai noti cosentini che amano uno Jonico subalterno, contro il Ministro. Poi tutti silenti rispetto alle scelte operate dalla Ministra che lo sostituì.
Felici apprendemmo, che Gianluca Gallo, Assessore del Territorio, condividesse l’essenza delle ragioni delle critiche sin qui mosse, per come, si dice, si espresse in Privato, rispetto alla Variante dell’Originario tracciato, sopra proposta. Sorpresi di vederlo attivo, dopo aver liquidato la scelta Musmanno che pretendeva qui la Comprehnsiva, di aderire alla peggiorativa proposta Anas, come si apprese dalla intervista rilasciata a “L’altro Corriere TV”, resa pubblica la Corografia, Tav. G28, del febbraio del 2021, alla presenza di diversi e del viceministro Cancelleri, che sarà ricordato per le sue giravolte. 

Questa è da rigettare in blocco, la Commissione, il Sindaco, gli amministratori anche di opposizione devono con chiarezza rigettare questo cappio. L’intenzione, l’unico scopo è quello di sconquassare il nostro Comune rendendo impossibile la strutturazione della Città; non solo, è un attacco anche altamente inquinante sul piano delle polveri sottili, del sonoro, degli imbuti architettonici-ambientali alle nostre zone altamente urbanizzate; peggio nelle aree di svincolo che diventano veri e propri corpi estranei, prossimi ai 40 metri di sezione. Un tracciato, questo Anas-cosentino, che espropria e uccide terreni di alto pregio ambientale ed economico sul piano agricolo, che edilizio. Un tracciato che nella parte coerente al percorso ferroviario diviene una barriera insormontabile per il futuro, specie nell’attesa prevedibile del raddoppio ferroviario. Un vero esproprio tecnico della Città! Un tracciato che vede il Porto non come Zona Speciale, unità produttiva di servizio in grado di attivare commerci e liberarsi da Gioia Tauro, bensì come scenario casalingo, solo corollario di un servizio tutto interno, in rapporto con lo Scalo, ampliando quanto già mal prodotto dal PRG. Insomma uno zig zag straccione che, considerando tra l’altro l’esistenza parallela della SS 106 bis, non può che far supporre la necessità del rinvio alla Scuola Materna dell’ideatore, perché il tutto è solo un insensato “non progetto”. Stessa assurdità si ripete in area urbana consolidata tra Momena e il Colagnati, sino alle future Colonne d’Ercole del Coserie. In breve un tracciato dal valore paesaggistico pari allo zero.  Una barriera tra zone urbanizzate, tra mare e pianura.

Ideazione partorita da quella politica avversa allo Jonio, messa in atto dai burocrati cosentini e politici-locali subalterni. Che ha alle spalle il sogno cosentino della “Città-Territorio” capace di inglobare l’est di Valle Crati, cioè la Piana di Sibari-Thurio e gestire il Porto, pensata dal trio Misasi, Mancini, Antoniozzi con la Variante al Piano di M. Vittorini. Del resto come poteva essere possibile a una realtà squisitamente terziaria?! Una megalomania divenuta più tardi quella della “Grande Città”, capitale della Calabria.
Aspirazione che continua con colpi di coda, contro le potenzialità dettate dalla Unificazione, divenuta competitiva con le sue dotazioni e Comunità corona e economie, sino ai confini della provincia, rispetto all’asse tirrenico.
Dobbiamo ripartire imponendo la rivisitazione in positivo del vecchio percorso di tipo B, proposto e condiviso a suo tempo e, alla luce delle trasformazioni urbane avvenute, piegarlo alle migliorie necessarie optando per percorrenze immediate “lineari”, assenza di attraversamenti urbani, svincoli di ingresso e uscita ai luoghi necessari e il meno appiccicate alle aree urbane, in breve un progetto green, sostenibile.  In accordo con gli altri comuni non dobbiamo ignorare altre possibilità lineari per poter raggiungere Marcedusa, quindi CZ. Buona cosa sarebbe anche smetterla di chiamare questo Asse, privo di finanziamento, S.S. 106. L’Amministrazione deve ritirare l’eventuale consenso dato.
Sul piano civico-sociale, anche influendo sulle sorti della campagna elettorale regionale, necessita che la Società Civile si riprenda quanto ceduto, fondando, visto i ritardi, una “Associazione stabile per la Costruzione della Città”, a protezione dei beni privati, pubblici e del nostro futuro. In questa misureremo chi è contro il nostro territorio e chi a favore, nel frattempo in Consiglio regionale, gli Eletti del territorio si schierino e facciano sentire chiara la loro voce a difesa di questo Quadrante Geografico.

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